06 marzo 2012

NICOLA PECORINI - INTERVISTA ESCLUSIVA

Nicola Pecorini sul set di Ra.One
Nicola Pecorini, camera e steadicam operator, fondatore della Steadicam Operator Association insieme a Garret Brown, è un direttore della fotografia di fama mondiale. Ha lavorato a diverse campagne pubblicitarie e a molti video musicali, come quello per Bodies di Robbie William e Morning Yearning di Ben Harper, diretto da Heath Ledger.
Nel 1997 è il direttore della fotografia di Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam, con il quale stringe un sodalizio che continuerà con Tideland - Il mondo capovolto, The Brothers Grimm e Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo.
Chiamato dalla Red Chillies Entertainment, accetta la sfida di lavorare a Bollywood come direttore della fotografia di Ra.One.
Nicola Pecorini ha cortesemente acconsentito a rispondere a qualche nostra domanda.

- Com'è stato inizialmente contattato per prendere parte ad una produzione indiana? Aveva già un interesse particolare per Bollywood o è stata la sua prima occasione di incontro?
A metà febbraio 2010 ricevetti una telefonata da un produttore inglese che stava lavorando alla preparazione della sezione londinese di Ra.One. Cercavano urgentemente un direttore della fotografia con specifica esperienza di effetti visivi, green screen e tutte quelle tecnologie ormai di uso comune nella realizzazione di un film. Questo era il principale motivo per cui si rivolgevano all'estero. Ra.One era un'enorme scommessa tecnologica per loro e sentivano la necessità di impiegare un direttore della fotografia "occidentale". Dato che Red Chillies ha una divisione di Visual Effects che nel passato aveva fatto dei lavori per DreamWorks, hanno chiesto un suggerimento ed è saltato fuori il mio nome. Io non conoscevo molto del cinema bollywoodiano, Avevo visto qualcosa nel passato, più che altro in stanze d'albergo e sugli aerei, abbastanza per sapere che Slumdog Millionaire non è certo rappresentativo della cinematografia indiana. Non  avevo, però, idea dell'enorme popolarità di SRK, nè del fatto che Bollywood non è la sola realtà del cinema indiano. Mai avrei immaginato che a Chennai producono più film che a Mumbai. E' stato il primo contatto per me, ma posso garantire che è stato veramente profondo. Non conoscevo bene l'India ma dissi subito di sì. Per curiosità e senza pensarci su troppo.
In studio per la sequenza del treno
- Pensa ci siano molte differenze tra le produzioni hollywoodiane e quelle bollywoodiane?
Probabilmente si farebbe prima ad elencare le similitudini: in entrambi i casi il prodotto finale è un Film. L'organizzazione produttiva, le forme di finanziamento, i ruoli, sia in preproduzione che in produzione sono molto diversi. D'altra parte la società indiana è profondamente differente da quella occidentale e questo si riflette anche nel cinema. Nel mio caso, inoltre, la situazione era particolare. Red Chillies è veramente un mondo a parte, con il suo grande re, King Khan, e delle dinamiche simili a quelle che immagino fossero in auge in tempi feudali; la corte, i favoriti e le congiure di palazzo. A pensarci bene anche una certa Italia ha queste caratteristiche...
Una cosa che salta agli occhi subito è l'incredibile libertà e potere che hanno gli attori, solo quelli di grido, of course. A Hollywood neanche Brad Pitt o Johnny Depp si possono permettere i capricci a cui ho assistito.
Una delle prime visualizzazioni del Level 3, il videogame in Ra.One
- Ra.one è l'unico film di genere puramente SF di cui si è occupato fino ad ora, come si è trovato?
Definire Ra.One un film SF mi pare quantomeno limitativo. Ra.One è un grande Masala! Di tutto un po'! Anzi: di tutto tanto! Ci sono delle sequenze d'azione che non hanno nulla da invidiare ai migliori film hollywoodiani, ma anche scene da commedia familiare e i balli, come Chamakh Challo. Il momento che mi piacque di più quando lessi il copione originale era quello in cui Ra.one usciva dallo schermo, che nella versione finale manca.

- Com'è stato collaborare con Anubhav Sinha? Come avete concordato il look, il mood della pellicola?
Tutto sommato mi sono trovato bene, anche se il ruolo di regista in un film simile è molto differente da quello che si intende abitualmente. Alla fine chi decideva tutto era Shah Rukh. Anubhav aveva l'unica alternativa di essere d'accordo. Come dicevo non è possibile contraddire il Re, a volte diventa anche molto difficile proteggerlo da se stesso.
Per quanto riguarda il look avevamo concordato certi parametri da videogame per le sequenze finali (Level1, Level 2 e Climax, come li chiamavamo in produzione), per il resto è stato un dialogo continuo con Sabu Ciryl e Markus Wookey, i due scenografi. Sabu è fantastico, pieno di idee, risorse ed ironia.
SRK in azione
- E con il cast? Shah Rukh Khan, star ma anche produttore del film, Kareena Kapoor e Arjun Rampal?
Con Shah Rukh avevo un rapporto abbastanza spigoloso. Non riuscivo a comprendere la sua ostinazione ad arrivare in ritardo tutti i giorni, anche di 4,5, 6 ore! Diventavo matto!
E' sicuramente un professionista formidabile (una volta che arriva sul set) ed un ancora più formidabile uomo d'affari. L'inventiva e la profondità della promozione di Ra.One ha dell'incredibile. SRK non è solo un uomo, è un'industria.
Kareena è imperscrutabile, sembra sempre su un altro pianeta. Quando si batte il ciak ritorna in sè per poi assentarsi immediatamente quando si chiama il "cut".
Arjun è molto simpatico e a mio parere anche bravo.
  
Kareena Kapoor
Ra.one è stato distribuito in 3D. Questo ha richiesto un impegno specifico durante le riprese o si è trattato di un lavoro di post produzione?
Completamente di post produzione.

- Qual è stata la sfida più difficile e, di contro, l'aspetto più divertente o soddisfacente della lavorazione di Ra.one? 
La sfida più difficile è stata sicuramente l'adattarmi ai loro sistemi, i loro ritmi, i loro segreti, le loro infinite bugie! Non possono farne a meno: pur di non dirti di no, che una cosa non sanno farla o non si può avere, ti raccontano le bugie più enormi senza nessuna remora. A pensarci adesso mi viene da sorridere ma al momento mi faceva diventare matto.
L'aspetto più soddisfacente è averlo fatto. Aver realizzato un lavoro decente, aver conosciuto degli ottimi amici. E aver vissuto quasi un anno a Mumbai, un'altra interessante esperienza.

 - Pensa che il cinema indiano, in un immediato futuro, possa avere una diffusione ancora più ampia nei paesi occidentali ed in particolare in Italia?
Finchè penseranno solamente al pubblico indiano, che tra l'altro è una definizione perlomeno vaga, infatti Ra.One ha avuto tre edizioni solo in India,  non credo che potranno conquistare grandi fette di mercato. Quando anche il loro cinema si modernizzerà un poco, non parlo di mezzi tecnici, parlo di struttura del racconto, potranno espandersi. Vi sono già segnali incoraggianti; film come Delhi Belly, per esempio, sono sicuramente portatori di novità.

 - Quali sono i suoi prossimi progetti?
Sto aspettando buone notizie da Tery Gilliam, intanto mi dedico a qualche pubblicità, ottima palestra!

Lo staff di Cinema Hindi  ringrazia Nicola Pecorini per la sua gentilezza e disponibilità. E per aver condiviso con noi le bellissime immagine pubblicate in questa intervista.

Il sito ufficiale di Nicola Pecorini.

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